12/28/2016

Cut off



La vita umana è fatta di costanti.
Proprio così, di costanti.
Di qualcosa che si ripete, nonostante il passare del tempo, sempre uguale. Qualcosa che ci dona la forza di rimanere aggrappati alla vita, di continuare a resistere.
L'uomo ha bisogno di certezze.
Ognuno ha le proprie: un parente, un amico, un luogo speciale, anche solo una particolare abitudine che si protrae invariata lungo tutto il corso dell'esistenza.
Le nostre personali certezze ci fanno sentire protetti e sicuri: si ripone la propria fiducia in qualcosa o in qualcuno che ci sarà sempre, per noi.
O quasi sempre.

Sì, perché molte volte anche le certezze vengono meno, anche le più radicate, sulle quali avevamo sempre fatto affidamento, in un attimo non ci sono più.
Improvvisamente siamo spaesati, dubbiosi, insicuri, arrabbiati, tristi, ci sentiamo nudi di fronte all'eventualità e al caso.
In una parola, ci sentiamo indifesi.
E proprio in questi attimi ci accorgiamo di quanto fosse importante per noi quella persona, quella cosa, quell'albero, quella casa, quella città.
Ci rendiamo conto di quanto spazio occupavano nel nostro cuore quando è troppo tardi.
"And you only need the light when it's burning low
Only need the sun when it start to snow
Only know you love her when you let her go" [Passenger]
Il distacco verso qualcosa o qualcuno a cui si è molto legati non è mai privo di difficoltà o dolore.
A volte, questo improvviso vuoto che si è aperto nel nostro animo può essere incolmabile, come nel caso della perdita di una persona a noi cara, che per quanto ci sforziamo non riusciremo mai completamente a sostituire.
In altri casi si può riuscire con meno difficoltà a superare l'improvvisa mancanza con la ricostruzione di quello che Pascoli chiamava "il nido", il quale non è in questo caso da intendere strettamente con il significato di "nucleo familiare", bensì come la creazione di nuove abitudini, nuovi posti, nuove relazioni, nuove certezze.
Il distacco comporta inevitabilmente un cambiamento da parte nostra, per riuscire ad adattarci alle nuove situazioni, alle nuove sfide che la vita ci pone davanti.
L'errore più grande è arrendersi, fermarsi,  lasciarsi schiacciare dal dolore, dalla nostalgia o da qualsiasi altro sentimento che ci riporti morbosamente a ciò che abbiamo perduto.
William Blake, uno dei maggiori esponenti della poetica inglese, con il sul capolavoro "Songs of Experience" fa chiaramente intendere la sua visione in merito: l'uomo non può rimanere per sempre un bambino, non potrà mai avere sempre tutto ciò che vuole nel modo in cui lo desidera perché la vita è fatta di difficoltà ed ostacoli ed egli deve imparare ad affrontarle e conviverci senza esserne sopraffatto.
Così facendo, l'individuo non può che trarne beneficio, maturando progressivamente la sua esperienza e uscendone provato, ma più sicuro.

"Siamo tutti migranti. Stiamo permanentemente abbandonando una terra per trasferirci altrove. Siamo migranti quando lasciamo i vecchi schemi e le vecchie abitudini per aprirci a nuove circostanze di vita. Un matrimonio, una separazione, la morte di una persona cara, un viaggio, persino la natura di un libro sono delle migrazioni interiori. Ogni migrazione esteriore a poco a poco diventa anche interiore. Gli ostacoli possono trasformarsi in occasione di crescita. È un processo lungo e doloroso" [Christiana de Caldas Brito]
Anche se si è colmi di dolore per un distacco recente, non bisogna mai lasciare che siano i sentimenti a guidare le nostre azioni: ogni situazione, per quanto inizialmente possa sembrare spiacevole o angosciante, con il tempo passerà, nello stesso identico modo in cui un momento piacevole, un'esperienza inebriante a loro volta finiscono. Rimanere aggrappati ai momenti tristi, al dolore della perdita e del distacco ci farebbe soltanto perdere di vista le cose belle che invece ci sono ancora.
Nulla dura per sempre. La vita è come un continuo susseguirsi di immagini che ci scorrono davanti agli occhi: sta a noi scegliere quali ricordare e quali dimenicare, quali portare nel cuore e quali gettare per avere più posto per nuove esperienze migliori. 

12/23/2016

Noia

Una voce in sottofondo mi culla,
risuona nella stanza,
rimbalza sulle pareti, danza,
rotola, ritorna,
si ferma, ricomincia con più forza.
Attutita e stordita, la mente vaga verso orizzonti lontani,
si perde, rincorrendo un'idea.
Mi estraneo dal mondo,
il mio pensiero affonda nel miele denso dell'oblio,
ne resto invischiato.
Si perde lentamente l'io.
I sensi si appannano gradualmente:
guardo, ma non vedo;
sento, ma non ascolto;
il suono non è che un insieme di bizzarri sussurri e sfrigolii spigolosi;
lo spazio si annulla mentre fluttuo in un'altra realtà aleatoria.
Tutto rallenta.
Il tempo non ha più importanza né significato.
Scivolo dolcemente nelle profondità del mio essere
mentre seguo un pensiero che mi ha ipnotizzato.
Sono come un fantasma intrappolato
in un sogno ad occhi aperti.

L'ECCIDIO

Spiriti spenti
che vivete
nei nostri cuori,
fate che il vostro
urlo nero
rimbombi nelle
nostre menti e
che ricordi a noi
il vostro rosso sacrificio.
Noi uniti
Vi commemoriamo:
ché  il vostro gesto
si ricordi
come il nostro nome.




11/20/2016

WHY IM HAPPY TRUMP WON



L’elezione di Donald Trump è stata sicuramente un evento storico, da ricordare, un vero e proprio fulmine a ciel sereno.
Fino al fatidico 9 Novembre 2016 che ha consacrato il noto tycoon agli occhi del mondo, tutti i bookmakers, i sondaggisti, gli opinionisti, tutti (ad esclusione del suo personale account Twitter) davano la Clinton come favorita.
E invece…
 Trump ha stupito il mondo intero.

11/10/2016

Matematica e democrazia


In questi ultimi mesi si sta discutendo molto di costituzione, di referendum, dei vari dibattiti in televisione, di chi voterà sì e di chi voterà no, di chi voterà per partito politico o opinioni personali che con la riforma c'entrano quanto Gesù Cristo o la patafisica e infine di chi la riforma non l'ha neanche letta. Ma non voglio parlarvi di questo oggi, piuttosto voglio spostare i riflettori dall'oggetto del voto al voto stesso: grazie al referendum costituzionale abbiamo avuto modo di parlare dell'Italicum, la nostra attuale legge elettorale. Noi tutti siamo familiari con il sistema democratico dei nostri stati, ci siamo nati e cresciuti, ma ci siamo mai chiesti  il perché di tutti questi diversi sistemi elettorali (Porcellum, Italicum, ...)?

Madre Teresa santa come i martiri dell'Isis


Il 4 Settembre 2016 verrà ricordato nel futuro, da credenti e non, come il giorno della tanto agognata (questa volta solo da alcune categorie di devoti) canonizzazione della suora missionaria, premio Nobel per la Pace nel 1979, Madre Teresa di Calcutta. Tanto si potrebbe dire e tanto è stato già detto su questa figura che possiamo dire essere ancora viva tra di noi (in termini di influenza mediatica) e ora come mai sulla bocca di tutti; una delle questioni più dibattute, su cui anche io mi schiererò, è proprio quella riguardo alla recente santificazione.

C'era una volta l'olio di palma







C’era una volta l’olio di palma.
C’era.
 Perché ora non c’è più, vero?
Lo hanno tolto da tutti i cibi no?
Certo che lo hanno tolto, ho visto la pubblicità dove dicevano che non c’era più olio di palma nei biscotti.
Meno male, ora posso tornare a mangiare i biscotti con le stelline di glassa sopra che mi piacciono tanto.
Ma siamo sicuri che lo hanno tolto?

11/04/2016

Breve racconto di un onesto contadino ed una capra borghese



Il suddetto racconto potrebbe essere ambientato in qualsiasi Paese d’Europa o degli USA, o più in generale in ogni paese ricco del globo, nel ventunesimo secolo. E’ la storia di un normalissimo ragazzo di famiglia di ceto medio, che non ha né più né meno dei suoi coetanei, dal punto di vista mentale, economico, sociale o quant’altro.

8/30/2016

Un'etica per la pedofilia



E ancora una volta mi tocca sorbirmi i vostri "Dovremmo fare come Putin: castrazione chimica a questi bastardi!", "Ci vorrebbe la pena di morte!" piuttosto che "Vi picchierei tutti uno ad uno!" e questo mi induce inesorabilmente a pensare, mentre mi avvento sul pulsante "rimuovi amico", per quale arcano motivo scriviate queste frasi senza una conoscenza almeno basilare dell'argomento in questione.

8/19/2016

Una domanda da porci


Qualche giorno fa, prima di scrivere ai soliti nazivegani il tradizionale ''ognuno dovrebbe essere libero di mangiare ciò che vuole'', mi sono chiesto: uccidere animali per ricavarne cibo è un'azione moralmente sostenibile?

8/18/2016

Un mondo dimenticato



Fin dalle elementari ci siamo sentiti dire che leggere è importante perché ci aiuta ad imparare cose nuove, accende nuove idee, ci consente di pensare in maniera differente guardando la realtà da un’altra prospettiva, ci fa uscire dagli schemi e dai modelli prestabiliti della nostra vita. Tutte cose verissime, sia chiaro, ma che se ripetute per anni, magari ad una persona che considera la lettura importante quanto un bagnino ai mondiali di nuoto, può portare ad avere in odio ed evitare accuratamente qualsiasi oggetto cartaceo abbia più di cento pagine e meno di 70 figure.

Sogno e realtà, illusione e ragione


Diventare ricco; trovare un bel lavoro; comprare una bella casa; fare carriera; avere successo; diventare famoso; uscire con la  ragazza strafiga che abita alla porta accanto; vivere di propria arte grazie al nostro talento; girare il mondo; arrivare alla fine della propria vita e poter dire di averla vissuta degnamente; oppure, come diceva David Bowie, diventare eroi anche per un solo giorno.

8/11/2016

Non so di non sapere



Quando si parla della società contemporanea, sovente  si utilizzano epiteti ricorrenti: è una società digitale, online, tecnologica, interconnessa, postmaterialistica, globalizzata.
La maggior parte di essi fa riferimento o si collega all’invenzione che più di tutte, da alcuni anni a questa parte, ha radicalmente ed inesorabilmente rivoluzionato le nostre vite.
Internet.
E con internet è iniziata quella che potrebbe essere definibile come la massima rivoluzione nel campo dell’informazione.
Non più vincolata da legami terreni, l’informazione digitale è in grado di essere registrata, copiata, inviata e letta in un attimo, da qualsiasi persona disponga di una connessione internet, in qualsiasi parte del mondo.


“L’informazione digitale è diversa. […]
Essa segna un cambiamento da tutto ciò che conoscevamo prima, perchè possiede una combinazione unica di proprietà fisiche che non ha nessun’altra forma di informazione.”


Sta cambiando la nostra percezione dell’identità ultima del singolo,riplasmando la società, modificando i nostri comportamenti verso gli altri, facendoci dipendere sempre di più dal mondo online.                                
I dispositivi digitali sono prepotentemente diventati parte integrante della nostra esistenza, indispensabili quanto i nostri occhi e le nostre orecchie.              
L’importanza di internet è aumentata esponenzialmente, ma proprio per via di questo potere, bisogna cercare di capire non solo come l’informazione digitale possa essere usata, ma anche quali cattivi usi se ne possono fare.

“Portiamo la democrazia nel sapere”

“La conoscenza è intrinsecamente antidemocratica. È elitaria. Non è soggetta al volere della maggioranza, meno che mai ai capricci della massa. I fatti non sono meno veri quando impopolari  - e spesso i fatti che la maggioranza si rifiuta di accettare sono proprio quelli più importanti.”

Appena si pronunciano di seguito le parole “disinformazione” ed “Internet”, per qualche strano processo di associazione neuro-uditiva non ancora approvato dalla comunità scientifica, potrebbe comparirvi davanti agli occhi il logo di Wikipedia. Se ciò si verifica, consultate un medico perché soffrite di allucinazioni.
Fatto? Bene, ora che abbiamo tutti la coscienza pulita, potete continuare la lettura. 
Tutti hanno utilizzato nella loro vita, almeno una volta, Wikipedia: secondo la maggior parte delle statistiche è il quinto sito web più visitato al mondo.
A differenza di una normale enciclopedia cartacea, Wikipedia non necessita di nuove edizioni ogni tot anni per aggiornare le proprie voci: essa viene continuamente corretta e rivista da volontari di tutto il mondo.
Ogni singola parola di Wikipedia potrebbe essere cambiata in qualsiasi momento.
Ed è proprio questo che rende questo simpatico sito un vero e proprio paradosso dell’informazione digitale: sebbene sia praticamente impossibile eliminare del tutto una pagina di Wikipedia , non esiste nulla che renda una versione più autorevole dell’altra: chi è davvero esperto di un argomento non è più importante di chi vuole alterare liberamente le informazioni seguendo un secondo fine.
Va da sé che creare una pagina su Wikipedia contenente una bufala diventa un atto straordinariamente semplice.
Al contrario, tutto questo non significa affatto che le pagine della nota enciclopedia online non siano attendibili: lo sono più o meno quanto quelle di un’enciclopedia cartacea, come ha dimostrato uno studio del 2005 che mise a confronto delle notizie provenienti da Wikipedia e quelle dell’Encyclopaedia Britannica scoprendo che quest’ultima se la cavava solo leggermente meglio.
Nonostante la facilità di modifica dei suoi contenuti, Wikipedia riesce comunque a presentare fatti validi ed utili grazie ad un sistema di risoluzione alle cosiddette  “guerre di modifiche”  ed alla presenza di un collegio di conciliazione (mediation committee) e di un collegio arbitrale (arbitration committee), che secondo il sito sono formati da contributori fidati ed esperti.
Ecco perchè è sbagliato estremizzare le opinioni: dire che non è giusto usare Wikipedia perchè fonte di disinformazione è errato quanto considerarla come la massima fonte di sapere esistente.

Il peso di una bugia
Il 24 giugno 2016, indipendentemente da come andrà a finire la vicenda, verrà molto probabilmente ricordato nei libri di storia: è il giorno nel quale è stato reso noto l’esito del referendum consultivo che porterà, molto probabilmente, la Gran Bretagna a separarsi dall’Unione Europea nel 2018.
Lasciando a persone più informate di me il compito di analizzare nel dettaglio le conseguenze che porterà questa decisione, vorrei soffermarmi in particolar modo sul perché tendo a classificare questo evento come conseguenza, almeno in parte, di una disinformazione di massa.
Innanzitutto, è giusto sapere che il Regno Unito ha votato spaccato in due, demograficamente e geograficamente.
Secondo una statistica rilevata dal sito britannico YouGov, l’opzione “remain” era nettamente più popolare nei cittadini sotto i 40 anni, mentre le votazioni pro-brexit, hanno avuto un grande successo nella fascia degli “over 65”. 

Un dato che fa riflettere:  di fatto, la “vecchia” generazione ha fatto una scelta che condizionerà pesantemente il  futuro della giovane, perché di futuro si parla, dato che il progetto dell’uscita dall’UE stima di portare i suoi benefici tra anni, del quale potrebbe non fare già più parte per ovvie ragioni.
Un’altra divisione risiede nel livello di educazione dei cittadini: in media, le persone con un livello educativo più avanzato hanno votato per rimanere nell’Unione.  La città di Londra ha votato per rimanere, così come la Scozia e l’Irlanda del Nord; le parti più rurali del paese per uscire.
Proprio le fasce con un livello di scolarizzazione meno avanzato, come la classe operaia, hanno votato a favore del Brexit, principalmente spinte dal pregiudizio che vedrebbe gli stranieri acquisire sempre maggiori opportunità lavorative a discapito dei cittadini inglesi.
Paradossalmente, gli elettori di estrazione sociale umile saranno proprio coloro che soffriranno maggiormente il distacco dall’Europa, perché ciò comporta inevitabilmente un pesante rallentamento dell’economia interna e di conseguenza una riduzione del numero di posti lavoro. 

Lasciare che sia la maggioranza a decidere non è sempre una buona idea.
Lo sarebbe se si mettesse a disposizione dei votanti una documentazione ufficiale ed attendibile, redatta da persone competenti a sostegno di entrambe le tesi.
La campagna politica è però, come tutti d’altronde sappiamo, ben altra cosa.
La campagna “Leave” ha avuto successo proprio grazie all’utilizzo di mezzi senza scrupoli, volti a convertire l’opinione comune e poco informata che i problemi economici degli inglesi fossero da ricercare nel contesto dell’immigrazione, facendo inoltre passare come un mucchio di stupidaggini il punto di vista di numerosi esperti nel settore.
Uno dei raggiri più persuasivi e diabolici della campagna di Farage è stata, senza ombra di dubbio, la questione dei 350 milioni di sterline.
L’ormai ex leader dell’UKIP (United Kingdom Independence Party) aveva infatti promesso ai cittadini che, se la Gran Bretagna avesse votato per uscire dall’UE, avrebbe impiegato i famosi 350 milioni, che altro non sarebbero se non le spese da elargire all’Unione settimanalmente, nel Servizio sanitario nazionale.
Salvo poi rimangiarsi tutto in diretta nazionale a poche ore dopo l’annuncio dell’esito del referendum, ovviamente.
“Non posso assicurare che quei soldi vengano effettivamente spesi in questo modo. Fare questa promessa è stato un errore.” [Nigel Farage]
Di fatto un argomento economico che ha fatto guadagnare al buon Nigel un sacco di voti, ma che si è rivelato totalmente infondato, anche perché la cifra al netto è molto più bassa (erano  circa 160 i milioni di sterline che la Gran Bretagna versava settimanalmente nelle casse europee).
I “Leave” avrebbero ottenuto ugualmente una (seppur minima) vittoria se la popolazione non fosse stata invogliata da questa allettante, ma falsa, promessa?

Succo di barbabietola per tutti
La lista delle vittime della disinformazione non finisce qui e, purtroppo, non si parla più di vittime solo in senso figurato.
È questo il caso di Thabo Mbeki, ex presidente del sudafrica che, nel corso del suo mandato dal 1999 al 2008 si è caparbiamente schierato contro l’assunzione di farmaci contro l’HIV, come l’AZT.
Diventato un sincero credente delle tesi di Peter Duesberg, biologo bandito dalla comunità scientifica a casa delle sue tesi false ed infondate, il quale sostiene che l’AIDS sia causato dall’uso di droghe o farmaci, Mbeki mise pubblicamente in dubbio che l’HIV provocasse l’AIDS e intraprese una politica volta ad arrestare la vendita, anche le donazioni gratuite, ed il consumo di farmaci contro la malattia, esaltando le proprietà curative di estratti di barbabietola rossa, limone ed aglio.
Uno studio risalente al 2008 da parte del “Journal of Acquired Immune Deficiency Syndromes”  stimò che più di trecentomila persone avessero perso la vita a causa del divieto imposto da Mbeki di assumere farmaci contro l’AIDS.
La cosa più incredibile è che su Google continuino ad esistere siti contenenti letteratura negazionista sull’HIV, ovviamente accessibili a chiunque.



Questi sono solo alcuni esempi di tutte le conseguenze alle quali può portare un’informazione errata.
È strano pensare di come, pur avendo a disposizione la più grande fonte di sapere mai esistita in formato tascabile ed universalmente consultabile, si riesca ugualmente a provocare, volontariamente o meno, grandissimi casini.
Forse la causa di questa disinformazione è da ricercare nella vastità e nell’universalità del Web, in quanto chiunque può svegliarsi al mattino e decidere di aprire un blog dove scrive che la Seconda Guerra Mondiale non è mai stata combattuta, che l’uomo non è mai arrivato sulla Luna oppure che la nostra vita è condizionata da esseri umanoidi - rettiliani che si travestono da persone comuni per non farsi riconoscere e portare il pianeta Terra alla distruzione.
Al giorno d’oggi, chiunque può scrivere le proprie personabilissime opinioni su Internet e troverà sempre altra gente che le leggerà e gli darà retta.   
Tuttavia, proprio perché si ha a disposizione questa enorme cisterna d’informazioni, potenzialmente parlando, dobbiamo imparare a documentarci correttamente, confrontando più fonti ufficiali ed attendibili e non lasciandosi guidare dal primo sito che capita sotto il dito, dal giudizio di amici/parenti guarda caso sempre massimi esperti in materia o dalle bufale su Facebook, orientando le proprie opinioni in merito.
Imparare ad informarsi correttamente è un nostro dovere.
Trovo azzeccatissima la scelta dell' Oxford Dictionaries di insignire del titolo di "parola dell'anno 2016" il termine "post-truth", post-verità. Questo aggettivo è molto usato per descrivere un ambito politico che fa leva sull'aspetto emotivo delle persone, a discapito della loro reale conoscenza della politica, diffondendo fatti al limite della realtà e molte volte di vere e proprie bufale per screditare e danneggiare gli oppositori. Servendosi al tempo stesso della disinformazione della gente, che è molto più propensa a prendere per oro colato ogni sillaba proferita dal politico preferito, ma anche della facile trasmissibilità che un'informazione digitale possiede, possono facilmente orientare l'opinione pubblica come meglio credono.
Ecco perchè post-verità: una verità mascherata, celata dietro le righe di un post su un social network, ma al tempo stesso una voce della quale non si riesce più a distinguere l'appartenenza: è realtà o finzione?

“L’informazione digitale ha un R0 incredibilmente alto, e questo significa che è difficile fermarla, dopo che è comparsa.   Passa di persona in persona - persino tra individui molto lontani tra loro - a una velocità stupefacente, grazie alla sua alta trasmissibilità e all’alta interconnessione della società digitale.    Una volta che prende il largo è quasi impossibile bloccarne la diffusione. È meraviglioso, ma solo se l’informazione è corretta e utile. Se invece è sbagliata, se altera in modo negativo i nostri cervelli, se ci fa commettere degli errori e pensare cose sbagliate, allora è un flagello.   La cattiva informazione è una malattia che colpisce tutti noi - una malattia che è diventata incredibilmente potente grazie alla rivoluzione digitale. E non esiste un vaccino.”  [Charles Seife - Le menzogne del web]


Barbarians




Chi è il più grande tiranno della storia del pianeta Terra?
Le prime scelte di molti di voi potrebbero ricadere su Hitler, Stalin, Napoleone o Guevara. Tutte risposte corrette, certo, ma se vi menzionassi invece nomi più "datati" come Cesare, Augusto, Caligola, il senato o, più in generale, i Romani?

Dialogo


 Questo articolo sotto forma di dialogo è da considerarsi supplemento del precedente articolo Il fondo del lago.

8/07/2016

Perché odiamo la matematica?


Immaginate di prendere parte ad un corso d’arte dove l’unica attività contemplata è dipingere un muro, null’altro, non vi verranno mai mostrati i capolavori dei grandi maestri: un corso del genere senza ombra di dubbio non farebbe di voi degli amanti d’arte. Anzi, probabilmente contribuirebbe a farvela odiare.

7/12/2016

Un tuffo nel Paese delle Meraviglie


L'infanzia di tutti noi è sicuramente stata accompagnata dalle fiabe dei fratelli Grimm, di Italo Calvino o di Gianni Rodari, da Pinocchio di Carlo Collodi, Peter Pan di Matthew Barrie e chissà quanti altri racconti. Ma uno in particolare, mi riferisco qui alle Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, è nettamente meno popolare tra i bambini seppur considerato un racconto indirizzato a questi proprio come i sopra citati. Cerchiamo di capire il perché.

Quanto ci costa il Libero Arbitrio?

"Un intelletto che ad un determinato istante dovesse conoscere tutte le forze che mettono in moto la natura, e tutte le posizioni di tutti gli oggetti di cui la natura è composta, se questo intelletto fosse inoltre sufficientemente ampio da sottoporre questi dati ad analisi, esso racchiuderebbe in un'unica formula i movimenti dei corpi più grandi dell'universo e quelli degli atomi più piccoli; per un tale intelletto nulla sarebbe incerto ed il futuro proprio come il passato sarebbe evidente davanti ai suoi occhi"    [Pierre-Simon Laplace]

Il fondo del lago


Dovete sapere che esiste un villaggio, lontano da ogni centro abitato, che sorge su di un lago così profondo che nessun uomo è mai riuscito a vederne il fondo. Gli strani abitanti di quello strano paesello, quando si trovano in balia della frustrazione, si recano al fantomatico lago e vi scagliano dentro una pietra con quanta più forza quanto più la frustrazione è grande credendo che con lo scomparire del sasso nel lago scompaiano anche i loro problemi.
Per caso un giorno un esploratore giunse in questo magico luogo e, osservando quegli ometti nel loro rituale di liberazione dai problemi così si espresse: "Folli! Davvero pensano di risolvere i loro problemi in questo stupido modo?". Inutile dire che la frase dell'esploratore è tanto vera quanto il fatto che nessun problema venne mai risolto lanciando sassi nel lago.
 Queste poche righe di testo, per quanto insignificanti possano sembrare, nascondono invece un significato molto profondo, più profondo anche di quel lago. Leggendo la storia fino alla fine non possiamo che identificarci con l'esploratore che, alla vista del rituale del lancio delle pietre, pronuncia le parole che probabilmente noi stessi abbiamo pensato. Fin da piccoli ci viene insegnato a rispettare anche le culture esterne alle nostre che ci sembrano assurde; infatti nessuno di noi, proprio come l'esploratore fece, si sognerebbe di aggredire il popolo del villaggio a causa dello loro strana usanza.
Inutile dire che la frase dell'esploratore è tanto vera quanto il fatto che nessun problema venne mai risolto lanciando sassi nel lago.
La frase finale del racconto unita all'insegnamento del "non condannare qualcosa a te estraneo" rappresenta perfettamente il nostro modo di comportarci se davvero entrassimo in quel villaggio. Probabilmente penseremo tutti alla stravaganza e alla futilità del rito del lancio della pietra, ma terremo ben nascosto questo nostro pensiero per non essere classificati come insensibili o irrispettosi nei confronti di una cultura estranea alla nostra. 

Modifichiamo leggermente la storiella ora: mettiamo caso che il lago si trovi distante dal villaggio. Poniamo la distanza essere una decina di chilometri, la strada percorribile solo a piedi e passante per un bosco pieno di feroci animali di ogni tipo e, dulcis in fundo, la pietra, per essere idonea al rito possedere un peso maggiore ai cinque chilogrammi. È facile capire che questo rito seppur avente gli stessi fini del precedente è decisamente più pericoloso per chi lo pratica, in questo caso un intero villaggio. Una situazione del genere sicuramente porterebbe alla luce l'esistenza di questo rito e dei suoi pericoli, finalmente se ne parlerebbe apertamente senza problemi, cosa che prima non era possibile per via della tendenza a non condannare qualcosa a noi esterno. Questa tendenza è quindi superata se le culture a noi esterne possono causare danni alle persone che le praticano: diventa ora della massima importanza illuminare gli abitanti del villaggio su ciò che stanno facendo. Questo è accaduto nel caso di molte manifestazioni pericolose come ad esempio la Festa di san Firmino a Pamplona, in Spagna; chi partecipa a questa corsa folle inseguito da tori inferociti è a piena conoscenza dei rischi che, perdonatemi il gioco di parole, corre.

Ma, se come nella storia originale, le persone non corrono nessun rischio fisico nel lancio di sassi nel lago, che è situato esattamente dove questi abitano, tutti i rischi sembrano svaniti e il rito è approvato. E invece, se si scava un po' più a fondo in quel lago, si troverà che esso cela un altro pericolo. E infatti:
nessun problema venne mai risolto lanciando sassi nel lago.
 Per quanto innocente possa sembrare scagliare pietre nel lago, per quanto effetto benefico questo atto possa esercitare sull'animo e la psiche, il rito rimane fondamentalmente sbagliato: il fine di questo è infatti solamente illudere gli abitanti del villaggio che i loro problemi siano stati risolti, ma quando questi si allontaneranno dal lago ecco che i loro problemi torneranno a galla come se nulla fosse. E di fatto nulla è stato: il rito è dannoso agli abitanti del villaggio perché li allontana dai loro problemi, che rimasti irrisolti a causa del rito stesso si abbatteranno sugli stessi abitanti con più furia.

Ovviamente noi non siamo così stupidi da praticare il pericoloso rito del lancio delle pietre nel lago: non siamo abitanti di quel villaggio, vero? No. Lo siamo più di quanto possiamo credere, per capirlo ci occorrerà solamente paragonare ogni elemento del racconto con qualcosa che ci riguarda direttamente. 

Noi siamo gli abitanti
I loro problemi sono i nostri problemi
Il lago è dio, in ogni sua possibile forma
Il lancio delle pietre è l'atto di accettazione di un dogma religioso, qualsiasi esso sia

Prima di continuare permettetemi di aggiungere qua una breve annotazione sul perché la parola dio è stata scritta senza maiuscola iniziale: dio, come di fatto abbiamo detto del lago, è un problema; esso allontana i credenti dalla realtà delle cose e dal ragionamento logico. Per questi motivi, e per molti altri che non intendo scrivere, in questa pagina la parola dio sarà privata della sua maiuscola.

Messa in chiaro l'analogia che c'è tra il rito del lago e il concetto di dio, e successivamente di religione è necessario trarre la seguente osservazione: dio altro non è se non un lago dove lanciare le nostre pietre, uno strumento da utilizzare come cura alle nostre frustrazioni più profonde che hanno accompagnato l'umanità nei secoli oltre che ai singoli problemi. Da dove veniamo? Qual è il senso della vita? La morte è davvero la fine della nostra esistenza? Tramite il dogmatico concetto di dio possiamo rispondere a queste domande, ma a che prezzo?

Pur di curare la frustrazione del non poter rispondere a queste ed altre domande l'uomo si è abbassato al livello degli abitanti del nostro villaggio postulando l'esistenza di dio, che in parole semplici altro non è che scagliare il sasso nel lago. Non siamo mai riusciti a dimostrare con argomenti validi l'esistenza di dio o a dare una risposta a queste domande che sia accettabile universalmente: non possiamo ancora sapere, e forse non lo sapremo mai, perché siamo su questo mondo o quale sia il senso della vita e questo è frustrante, ne sono consapevole. Ma appunto per questo il concetto di dio è pericoloso e al tempo stesso attraente: perché ci salva dall'enorme frustrazione delle domande esistenziali offrendoci una soluzione dogmatica che è possibile accettare solo rinunciando all'uso del nostro intelletto personale.
"Non occorre altro che la libertà; e precisamente la più inoffensiva di tutte le libertà, quella cioè di fare pubblico uso della propria ragione in tutti i campi. Ma sento gridare da ogni parte: non ragionate!"
[I. Kant - Risposta alla domanda: che cos'è l'illuminismo?]
Bertrand Russell nei suoi saggi sulla religione concluse, proprio come abbiamo fatto noi ora, che l'adesione alla religione non è dettata da argomenti validi ma da fattori emotivi, specialmente la paura (che si estende dalla frustrazione delle domande esistenziali alla vita oltre la morte) da cui solo il libero uso dell'intelletto ha la capacita di emancipare l'uomo. I credenti, proprio come i partecipanti alla Festa di san Firmino hanno fatto con i loro rischi, devono rendersi conto che, per citare ancora una volta Russell: "è indesiderabile credere vera una proposizione quando non c'è alcun fondamento per supporre che sia realmente vera". I dogmi religiosi, come le pietre nel lago, sono quindi utili non tanto per rispondere alle domande esistenziali, ma quanto per aiutare chi ne ha bisogno (i religiosi) a curare la frustrazione che queste producono con verità dette tali, non essendo capace il credente di rimediare da sé tramite il proprio intelletto. Come nessuno toglierebbe mai a uno zoppo la sua gamba di legno, non dobbiamo togliere al religioso la sua dottrina; ma solo mostrargli ciò che realmente è: una gamba di legno per intelletti storpi o, per chiamare in causa Marx, "oppio dei popoli".
"Dio è morto! Dio resta morto! E noi l'abbiamo ucciso! Come potremmo sentirci a posto, noi assassini di tutti gli assassini? Nulla esisteva di più sacro e grande in tutto il mondo, ed ora è sanguinante sotto le nostre ginocchia: chi ci ripulirà dal sangue? Che acqua useremo per lavarci? Che festività di perdono, che sacro gioco dovremo inventarci? Non è forse la grandezza di questa morte troppo grande per noi? Non dovremmo forse diventare divinità semplicemente per esserne degni?"
[F. Nietzsche - La Gaia Scienza]

6/29/2016

Cambio di prospettiva


Conoscete "Il Principe Felice"? Sembra una storia felice, non è vero? Il principe aiutava qualsiasi persona tramite una piccola rondine, poi lui morì felice.

 Ma come si sentiva la rondine?

6/21/2016

Una rivisitazione del carpe diem


Orazio, in una delle sue Odi che più è divenuta famosa, scriveva: "carpe diem, quam minimum credula postero". Letteralmente, si potrebbe tradurre come "cogli l'attimo, quanto meno possibile fiduciosa nel domani". Il consiglio dello scrittore latino è quello di godere i piaceri della vita (spesso da lui identificati simbolicamente con il vino), perché non sappiamo cosa ci riserverà il domani.

Siamo malvagi?


Cos'è il Male? Proviamo a darne una definizione.
         Alcuni individui, in maggioranza radicati religiosi,  hanno il coraggio di lanciarsi in spericolate speculazioni sull'argomento, arrivando a definire il male come inesistente e come sola "mancanza di Bene". Ma soffermiamoci un momento su questo giudizio che sembra irrevocabile e con un aiutino da parte di Immanuel Kant ne verremo facilmente a capo.

L'estinzione invisibile



Che cos’é una lingua?
Secondo i dizionari e molti studiosi essa è solo “un insieme di CONVENZIONI NECESSARIE per la comunicazione tra i singoli appartenenti di una comunità”. Ma in realtà si può etichettare una lingua con una definizione così banale e semplicistica o essa racchiude in sé molto di più?


La nostra delusione più grande



Le rocce sono noiose, io stesso ammetto di non amare particolarmente questi oggetti di studio, come di conseguenza anche la geologia, la paleontologia e tutto ciò che ne deriva. Ma qualche mese addietro, sulle rive di un fiume, lontano dalla città, dopo strazianti minuti di noia ho trovato un nuovo spunto di riflessione ed ho iniziato a pensare alle pietre e alla loro immutabilità; "un diamante è per sempre" giusto?

6/16/2016

Storia di una malattia




1839.
Il fotografo americano Robert Cornelius realizza il primo autoscatto della storia, fotografandosi mentre osserva pensieroso l'obiettivo.
Non può sospettare nemmeno lontanamente di aver creato quella che diventerà una delle maggori tendenze del nuovo millennio.