8/30/2016

Un'etica per la pedofilia



E ancora una volta mi tocca sorbirmi i vostri "Dovremmo fare come Putin: castrazione chimica a questi bastardi!", "Ci vorrebbe la pena di morte!" piuttosto che "Vi picchierei tutti uno ad uno!" e questo mi induce inesorabilmente a pensare, mentre mi avvento sul pulsante "rimuovi amico", per quale arcano motivo scriviate queste frasi senza una conoscenza almeno basilare dell'argomento in questione.
Se non passaste il vostro tempo a scuola pensando a scopare e masturbarvi o se davvero conosceste cosa sia una pena credo non avreste la sfacciataggine di esordire con frasi quali quelle sopra. Ma cominciamo con ordine.


Mi risulta necessario ai fini di questo articolo spendere due parole sulla pena di morte e sul perché sia moralmente e, dal punto di vista utilitaristico, sbagliata. Ora; pena, come tutti dovremmo fare, è da intendersi come freno dei delitti e come null'altro al di fuori di questo. La vostra pena di morte è  contraria a quel principio base della nostra morale che dovrebbe essere "non uccidere nessun essere a meno che non sia necessario"; da quella parola, necessario, ci allacciamo al secondo motivo per il quale uccidere un reo è cosa fondamentalmente sbagliata: semplicemente non funziona. Come mostra Beccaria nel suo Dei Delitti e delle Pene con l'aiuto del barone di Montesquieu e della sua massima "ogni pena non necessaria è tirannica" la prigionia a vita o per un lungo periodo è un freno maggiore ai delitti rispetto alla morte, di conseguenza una pena migliore e non tirannica. Esiste inoltre il fattore di proporzione tra delitto e pena, da non trascurare: gli uomini infatti, a parità di pena, non esitano a macchiarsi del delitto che gli porti maggior vantaggio; per ricollegarci al titolo considerando un pedofilo: sarà per lui freno maggiore una crescita della pena ad ogni stupro piuttosto che la morte; infatti se fosse per lui patibolo dopo un atto come dopo dieci non sentirebbe forse un impulso a continuare qualora ne avesse voglia?


Entriamo ora appieno in tema parlando di castrazione chimica. La cura farmacologica sembra la strada più efficace per permettere una completa riabilitazione del pedofilo all'interno della società. I risultati si sono visti: riduzione dell'impulso sessuale e conseguente ripresa di una vita normale; gli effetti collaterali pure: rischio aumentato di osteoporosi, malattie cardiocircolatorie e possibile depressione. Volete quindi davvero sottoporre ad una cura non priva di rischi questi criminali? Lo so, lo so che avete pensato di sì; in fondo non si crede che furono gli stessi farmaci a portare Alan Turing al suicidio per niente. La mia posizione riguardo alla castrazione chimica é, presi in considerazione i rischi, la seguente: il pedofilo deve avere la possibilità di scegliere tra la cura farmacologica e la detenzione in carcere per gli anni prestabiliti.


Vi starete forse chiedendo perché vi abbia criticato aspramente in apertura per poi concordare con voi sulla castrazione chimica: semplice, perché nelle vostre frasi c'è comunque qualcosa di sbagliato: odio. Ricordate che stiamo parlando del reato di stupro di minori, reato che, proprio per la causa (la pedofilia nel nostro caso), che ha origini spesso patologiche, ha uno dei più alti tassi di recidività. Dovreste sapere che l'odio non porta mai da nessuna parte: i vostri insulti, auguri di morte o disgrazie sono ingiustificati e inutili. Capisco che la notizia di un reato di stupro di minori possa coinvolgervi emotivamente, ma capisco altrettanto che la legge non si faccia con i sentimenti, ma con la ragione. Al giudice infatti "è richiesto un sillogismo perfetto: la maggiore dev'essere la legge generale, la minore l'azione conforme o no alla legge, la conseguenza la libertà o la pena" solo così possiamo garantire pene giuste, anche con due soli sillogismi si apre la porta all'incertezza, se questi includono sentimenti allora la giustizia ne è repressa. Non che non attribuisca valore al sentimento, anzi, perché invece di disprezzare i rei non provate a dimostrare della compassione per loro come si fa con i malati contagiosi? Entrambi vengono esonerati dalla società perché dannosi a quest'ultima, ma il malfattore è spesso accompagnato da insulti e disprezzo gratuiti. È vero che il malato non ha nessuna colpa e quindi merita la nostra comprensione, ma è altresì possibile che il reo non sia cattivo di per sé, ma che si sia trovato nella serie di eventi sfortunata che alla fine l'han portato al delitto; o se il reo fosse cattivo di natura, qual colpa ne avrebbe? Spesso i colpevoli non sono in grado di capire le conseguenze delle loro azioni: non meriterebbero forse la nostra compassione? Ora torniamo al nostro discorso: essere pedofili non è illegale, non esiste nessun reato di pedofilia della legge Italiana (e infatti prima mi sono sempre riferito al reato di stupro di minori), questo vuol dire che i pedofili vivono tra di noi e fortunatamente ben pochi hanno possibilità di agire e causare quindi danni veri e propri a bambini (bambine nell'88% dei casi). Sono arrivato alla conclusione che molti di questi passino "all'azione" spinti da una sorta di isolamento sociale: grazie alle vostre menti chiuse il povero pedofilo non può fare coming-out come gay e lesbiche perché verrà identificato come persona moralmente sbagliata, e non può nemanco avvalersi di strumenti per tenere a freno i suoi istinti (la cui efficacia è stata dimostrata) che questi vengono definiti malsani, malati e non distribuiti in pubblico commercio (mi riferisco a manga hentai, artbook e altre rappresentazioni artistiche legali da possedere, quindi non pedopornografia). Non è sbagliato essere pedofili come non lo è essere gay o eterossuali: è lo stupro, in tutti e tre i casi, ad esserlo; e temo che tutta questa vostra buonista e falsa moralità causi nei soggetti pedofili la caduta in uno stato di isolamento sociale dove nessuno può capirli, dove anche i familiari sembrano lontani; in questo stato è facile che, se un'occasione dovesse presentarsi,  potrebbe venire a mancare la mente lucida per fermarsi in tempo.


Per il motivo qua di seguito dovreste arrabbiarvi alla prossima notizia di stupro: perché ogni stupro è un fallimento, un fallimento della società, un tuo fallimento.


"Uno dei maggiori freni dei delitti non è la crudeltà delle pene, ma l'infallibilità di esse"
 [C. Beccaria - Dei Delitti e delle Pene]

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