8/11/2016
Barbarians
Chi è il più grande tiranno della storia del pianeta Terra?
Le prime scelte di molti di voi potrebbero ricadere su Hitler, Stalin, Napoleone o Guevara. Tutte risposte corrette, certo, ma se vi menzionassi invece nomi più "datati" come Cesare, Augusto, Caligola, il senato o, più in generale, i Romani?
Pochi sanno che Roma ha sterminato, nel corso di circa nove secoli di esistenza (fino cioè alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente), più di 18 milioni di persone tra militari e civili (si consideri che la popolazione europea a quel tempo era composta da 80-100 mln di individui e la popolazione romana era di circa 40-50 mln).
Roma, come tutti sanno, fu una macchina efficientissima, capace di invenzioni all'avanguardia mirate a rendere la vita dei suoi abitanti più confortevole e lunga, ma anche un crudele sistema di oppressione.
L'essenza sanguinaria del popolo romano si può capire anche solo analizzando i suoi divertimenti quotidiani: esso, infatti, passava gran parte del tempo libero nelle arene, spazi adibiti per il combattimento di gladiatori, per le battaglie navali (il Colosseo) o per i combattimenti tra uomini e bestie selvatiche, luoghi dunque in cui il divertimento consisteva nel vedere sangue e massacri dei più deboli.
Il popolo romano, poi, sviluppò una ferma concezione di superiorità della razza, paragonabile in epoca moderna all'idea della superiorità ariana, ma forse ancora più radicata ed estesa ad ogni classe sociale. Questa percezione nacque soprattutto grazie a due fattori : i primi re e sacerdoti romani sostenevano la discendenza della città laziale da quella di Troia, la quale non sarebbe mai stata sconfitta senza l'inganno del cavallo di Odisseo e che quindi vantava i più forti guerrieri del mondo mai sconfitti in battaglia; in secondo luogo, ogni campagna militare sotto la monarchia e la repubblica si concludeva in un successo e ciò dava ai romani la sicurezza di essere imbattibili e di poter gestire il mondo a loro piacimento.
Proprio in questo modo i romani gestivano la politica estera e le campagne militari che, con l'avvento dell'impero, divennero ancora più brutali e mirate alla sottomissione delle razze inferiori, dette dunque barbare. Alcuni degli esempi più celebri di queste crudeltà sono la conquista della Lusitania nel II sec. a.C, durante la quale i generali romani, stanchi della resistenza degli iberici, proposero una falsa alleanza con le più potenti tribù locali, ma, una volta radunatele tutte per la firma del patto, le milizie romane cercarono di sterminarle tutte, causando quasi l'estinzione della popolazione lusitana.
Simili eventi accaddero in Britannia nel I sec. d.C., quando i Romani, incapaci di superare le difese celtiche nell'isola, decisero di sterminare intere tribù alleatisi con l'Impero per dimostrare la sua intolleranza e la sua forza ai nemici. In Germania, poi, durante l'invasione del I sec. d.C., l'esercito romano si alleò con alcune popolazioni locali comprando la loro lealtà, ma poi, una volta che gli eserciti imperiali furono entrati indisturbati nel loro territorio, si dedicarono a massacri e violenze e, come se non bastasse, deportarono i bambini germani in Italia per farli diventare schiavi, prostitute o per "educarli" alla maniera romana.
Tuttavia, questi atti di crudeltà disumana non restavano sempre impuniti : da questi eventi, infatti, nacquero alcune delle rivolte interne che più di tutte minarono la sopravvivenza del neo Impero Europeo, come quelle guidate da Viriato (Lusitania), Arminio (Germania), Boudicca (Britannia) e addirittura la caduta dell'Impero è da ricondursi alla disumanità e all'altezzosità dei Romani.
Nel III sec d.C. Roma sta vivendo un periodo di crisi profonda, culminato con la scissione dell'immenso Impero (395 d.C). In questo periodo, i confini romani sono talmente estesi che gli eserciti regolamentari non bastano più per coprire ogni zona e una nuova potenza militare, gli Unni di Attila, minaccia la sopravvivenza delle poche legioni in grado di difenderli. L'arrivo degli Unni poteva tuttavia comportare la salvezza dei Romani; il popolo mongolo, infatti, aveva costretto alla fuga dalle loro terre dozzine di altre tribù, le quali erano pronte ad un alleanza con i Romani, ma sempre prontamente respinte perchè ritenute "barbare" ed inferiori. La dimostrazione di tutto ciò è incarnata dai Goti di Frigiterno e di Alarico, popolazione slava alleatisi in principio con Roma per difendere i suoi confini sul Danubio nel 376 d.C, ma, che dopo le ennesime promesse non rispettate e l'atteggiamento irrispettoso romano, si ribellò e iniziò a combattere contro l'Impero dal suo interno.
"Per la cronaca, i pregiudizi possono uccidere" Rod Serling.
In conclusione, l'Impero Romano, il più sviluppato, moderno e prototipo da imitare per ogni civiltà antica, non era certo l'esempio perfetto di giustizia e civiltà, tanto da poterlo ritenere in alcuni aspetti il peggior modello di umanità mai visto nei popoli antichi, una società così crudele nella sua immensa superiorità da non riuscire più a distinguere nettamente quali siano i barbari.
La stessa situazione si ripercuote anche sulla società moderna occidentale, talmente accecata dalla sua apparente "potenza" e ricchezza da ritenersi superiore ad ogni altra e che giudica barbare le tradizioni di altri popoli (come la pena di morte o la tortura), ma che non si rende conto delle sue barbarie.
"Il vero barbaro è colui che pensa che tutto sia barbaro tranne i propri gusti e pregiudizi" William Hazlitt.
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