8/11/2016

Dialogo


 Questo articolo sotto forma di dialogo è da considerarsi supplemento del precedente articolo Il fondo del lago.


T: «La posizione di ateo è insostenibile tanto quanto quella da religioso, non possiamo sapere se Dio esiste o meno. Mi hai detto che è sbagliato accettare dogmi, ma quel che fate voi atei non è altro se non negare l'esistenza di Dio nello stesso modo in cui io l'affermo.»

A: «È proprio qui che la vostra limitata ragione da religiosi cade in errore; generalmente non mi spingo oltre questo punto: è molto utile lasciare ai religiosi i loro sofismi, ma forse questo è il caso.»

T: «Sentiamo...»

 A: «Sappiamo che dio non è se non una risposta alla domanda "da dove viene il mondo"; ma che è soltanto una delle possibili risposte. Di fatto le possibili risposte sono tre e ci sono offerte da Kant: il mondo esiste per caso, il mondo esiste per una necessità interna o il mondo esiste per una causa esterna. Ora, è ormai un fatto di pubblico dominio che non si possa pervenire a una soluzione a questa domanda e quindi l'agnosticismo può parere la posizione più favorevole.»

T: «Esatto, è palese che sia impossibile dimostrare l'esistenza quanto l'inesistenza di Dio.»

A:«E questo è senza ombra di dubbio giusto, ma devo correggere il tuo sottile sofismo. Non è impossibile dimostrare l'inesistenza di dio, è impossibile dimostrare l'inesistenza di una causa esterna del mondo. A questa causa esterna, che possiamo anche dire sia un essere in quanto causa del mondo, possiamo attribuire una sola proprietà: l'aver causato il mondo. Per essere impossibile rispondere con certezza alla domanda "da dove viene il mondo" deve essere impossibile anche rispondere con realtà oggettive a queste tre domande: "il mondo esiste per caso?", "il mondo esiste per una necessità interna?", "il mondo esiste per una causa esterna?". Perciò è sbagliatissimo dire che sia impossibile dimostrare l'esistenza o meno di dio, bisognerebbe invece dire che è impossibile dimostrare l'esistenza o meno di una causa esterna. Ma l'unico attributo della causa esterna di cui, come ho già detto, possiamo essere sicuri in caso questa esista è che, appunto, questa sia la causa del mondo. Da qui all'onnipotenza, all'onniscenza, all'onnipresenza la strada è lunga; quando alla causa esterna vengono attribuite proprietà diverse dall'aver creato il mondo ecco che questa cambia nome e diviene dio.» 

T: «Non possiamo sapere se il mondo è stato causato da questa causa esterna, ma non possiamo neanche sapere se questa possiede altre proprietà oltre all'aver causato il mondo, quindi Dio potrebbe esistere e non è logico negarne categoricamente l'esistenza.»

A: «Non posso negare categoricamente l'esistenza di una causa esterna, ma posso ben farlo con dio. Quando a questa causa esterna voi aggiungete proprietà come l'onnipotenza, la massima bontà o l'onnipresenza, ecco che, mi ripeto, questa diventa dio: un errore del vostro modo corrotto di ragionare. La teoria della causa esterna, insieme al caso e alla necessità interna è il limite fin dove ci possiamo spingere con la nostra ragione nella risposta alla domanda "da dove viene il mondo". Per proseguire oltre è necessario inesorabilmente mancare di rispetto alla ragione: dogmatizzare. Grazie ai vostri dogmi, che devo ammettere, sono ben piazzati, riuscite a far coincidere il concetto di causa esterna con il concetto di dio; la conseguenza è che così come è impossibile dimostrare o screditare la causa esterna, così sia anche per dio. Ma come ho rivelato prima, questi due concetti sono sostanzialmente diversi: l'impossibilità di dio è dimostrabile in quanto dio non è altro se non quelle proprietà extra attribuite alla causa esterna. Ne vuoi qualche esempio? Ti accontento subito. Un essere onnipotente può fare qualsiasi cosa, ma può creare qualcosa su cui non ha potere? In caso possa farlo non sarebbe onnipotente in quanto non avrebbe potere sul suo creato, e in caso non possa farlo comunque non sarebbe onnipotente. Ne si deduce che l'onnipotenza è una proprietà contraddittoria e quindi un dio onnipotente non può esistere. Come ben puoi vedere è logico negare l'esistenza di dio, ma non della causa esterna.»

T: «Ma dio, essendo onnipotente, può creare qualcosa e successivamente limitare la sua potenza fino al punto di non averne più su ciò che ha creato. Dio potrebbe creare qualcosa e poi porre dei limiti alla propria onniscienza e onnipotenza, come appunto accade con il libero arbitrio di noi umani : pur essendo onnipotente Dio limita sé stesso per attribuire responsabilità e libertà ai singoli.»

A: «Interessante sofisma, ma questo, se correttamente analizzato, non fa altro se non rinforzare la mia tesi. Quindi dio crea qualcosa e successivamente si limita per non avere più potenza su quel qualcosa, ma senza questa autolimitazione dio avrebbe potere su quel qualcosa. L'inevitabile risultato è che l'essere onnipotente non possa creare qualcosa di più potente di sé stesso, ma soltanto creare qualcosa e poi limitarsi fino a rendere quel qualcosa più potente di sé stesso limitato, con questa autolimitazione dio non è più onnipotente. Il dio onnipotente deve avere potere su tutto ciò che crea, e necessita di autolimitarsi proprio perché altrimenti avrebbe potere sul suo creato; si dimostra così che dio non può creare qualcosa di più potente di sé in quanto onnipotente. La conclusione è che l'onnipotenza è una proprietà non coerente con sé stessa, quindi impossibile come qualsiasi dio onnipotente. Anche le altre proprietà attribuite a dio possono essere smontate più o meno facilmente, ma lascio a te il piacere di cercarle e leggerle; mio caro credente.

Vedi, amico mio, dove possiamo arrivare guidati dalla ricerca della verità? Vedi, amico mio, che ciò che tu credevi essere dio, con l'aiuto di un po' di ragione e noncognitivismo, siamo riusciti a definirlo e separarlo da quello che è la causa esterna? Vedi, amico mio, come dio, in quanto sistema di proprietà extra che diventano coerenti solo quando la ragione è superata dall'emozione, io lo possa uccidere in nome della verità, lasciando al concetto di causa esterna il suo posto nella pura ragione? E potrai capirlo anche tu se solo vorrai perseguire la ricerca della verità abbandonando i tuoi dogmi.»
 "La verità non è una prostituta che si getta al collo di coloro che non la desiderano,ma è anzi una bella donna talmente riservata, che anche colui che a lei sacrificasse tutto non potrebbe ancora essere sicuro di godere dei suoi favori"
"È impensabile che la verità, una volta conosciuta e chiaramente e pienamente enunciata sia a sua volta respinta, in modo che l'antico errore, indisturbato, prenda ancora una volta ampio posto. È questa la forza della verità, la cui vittoria è difficile e faticosa ma, in compenso, una volta riportata, non può più essere strappata."
[Arthur Schopenhauer - Il Mondo come Volontà e Rappresentazione]

Nessun commento:

Posta un commento