Immaginate di prendere parte ad un corso d’arte dove l’unica
attività contemplata è dipingere un muro, null’altro, non vi
verranno mai mostrati i capolavori dei grandi maestri: un corso del
genere senza ombra di dubbio non farebbe di voi degli amanti d’arte.
Anzi, probabilmente contribuirebbe a farvela odiare.
Se vi dicessi arte difficilmente pensereste a dipingere un muro, ma
nella vostra mente figurerebbero subito Picasso piuttosto che Leonardo
da Vinci, Goya, Magritte o se siete un po’ più hipster Damien
Hirst e la sua opera The Physical Impossibility of Death in the
Mind of Someone Living; se vi dicessi musica immediatamente
pensereste ai grandi del passato e non solo: Bach, Mozart, Vivaldi, I
Beatles, I queen, Giorgio Vanni o, per fare gli alternativi, Xi e la
sua ANiMA, ma mai al flauto dolce dei tempi delle medie; se vi
dicessi letteratura pensereste a Dante, Petrarca e Boccaccio, non a
scrivere noiosi saggi d’esame. Ma, se vi dicessi matematica?
Starete certamente pensando che la matematica di non sia un’arte,
piuttosto un — terrorismo matematico, che consiste nello spaventare
l’avversario sparandogli contro raffiche di equazioni, derivate,
integrali, logaritmi, matrici, teoremi e corollari — Bene, siete
nel torto. Forse non vi rendete conto di conoscere la matematica solo
e unicamente come i partecipanti al corso d’arte sopracitato: forse
pensate che questa sia solo esercizi, esercizi, esercizi e esercizi:
dipingere un muro. La matematica è la più pura e vera delle
scienze (tale che a volte si preferisce non accostarle la parola
scienza) in quanto è derivata direttamente dalle intuizioni
dell’intelletto puro e possiede capolavori di bellezza universale:
il paradiso di Cantor, le meraviglie della filosofia matematica, il
paradosso di Banach-Tarski, i Problemi per il Millennio …
Matematica non vuol dire solo noiosi calcoli ed esercizi, vuol dire
bellezza, immaginazione — quando un matematico sta guardando un
libro, non sta facendo matematica; quando sta guardando il soffitto,
sì — esiste un aneddoto con protagonista Hilbert, un famoso
matematico tedesco del secolo scorso, che alla notizia dell’abbandono
della facoltà da parte di un giovane studente in favore di poesia
pronunciò questa frase: ”Non sono sorpreso. Non aveva abbastanza
immaginazione per diventare un matematico”.
Ma allora, se davvero c’è tutto questo bello nella matematica,
perché non ne siamo tutti a conoscenza? Mi spiego: le persone sanno
che esistono i musei d’arte, non è loro imposto d’andarci, ma
qualora fossero interessate saprebbero dove recarsi per soddisfare il
loro interesse. Il problema principale consiste nel fatto che le
persone non sono nemmeno a conoscenza dell’esistenza di
sorprendenti dimostrazioni come, per citarne uno a caso, la somma di
tutti i numeri uguale a -1/12 (provata da Ramanujan). Credo sia
necessario trovare un capro espiatorio per questo peccato capitale e
non mi sto riferendo agli insegnati di matematica (il loro lavoro non
è fare di voi degli appassionati di matematica o mostrarvi questi,
per usare un termine inglese, masterpieces; ma di insegnarvi a
pitturare il muro quel tanto che è necessario per un’esame di
stato) ma, ahimè, a noi: chi è a conoscenza delle meraviglie che la
matematica ha da offrire non dovrebbe tenere segrete queste
conoscenze, ma renderle pubbliche, o forse vogliamo che la matematica
rimanga cosa da pochi?
Mi piace la libertà della matematica. Se studi fisica o chimica devi
descrivere il mondo reale. Ma in matematica puoi costruire le tue
strutture. Puoi camminare in mondi creati dall’immaginazione delle
persone. Non sei legato al mondo reale. È come essere Dio in un
certo senso. Puoi creare mondi, e studiarli. Credo sia per una
combinazione della bellezza, dell’immaginazione e della libertà.
[A. Shalev - The Art of the Infinite]
Quante cose sono rimaste da scoprire? Non potremo mai essere il primo
uomo a camminare sulla luna, o a scoprire un nuovo continente come
Colombo; ma se vi dicessi che esiste un fantastico mondo oltre quello
fisico, molto più vasto, e che per entrarci non è necessario
viaggiare, non vorresti forse andarci per scoprire di più su quel
mondo? L’uomo ha sempre esplorato territori a lui estranei senza
sapere cosa gli si sarebbe parato davanti semplicemente perché
voleva conoscere o, per dirla con Hilbert — Dobbiamo sapere,
sapremo.
La matematica, vista nella giusta luce, possiede non soltanto verità
ma anche suprema bellezza, una bellezza fredda e austera, come quella
della scultura.
[B. Russell]
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