12/05/2016

Un mondo senza lavoro: paradiso o inferno?





Recentemente ho avuto l'occasione di vedere un video della Tesla Motors che, per chi non lo sapesse, si tratta dell'azienda automobilistica più importante al mondo che si occupa della creazione di veicoli elettrici. Nel video viene testato il prototipo di un'automobile senza conducente con effetti veramente sbalorditivi: la macchina, pur trasportando una persona al posto di guida per motivi legali è del tutto autonoma e si destreggia alla grande tra incroci, curve e attraversamenti pedonali grazie ad un sistema di telecamere e sensori che determinano la velocità da tenere e il grado di pericolosità degli oggetti in movimento. Alla fine del video, il "conducente" scende dal veicolo che, con due manovre, si parcheggia da solo.
(link per gli interessati: https://www.youtube.com/watch?v=PUw_DMaQ264)

Ma perchè dico tutto questo?
Semplicemente, la visione del suddetto mi ha fatto molto riflettere sul futuro dell'uomo e del suo rapporto con le macchine, in particolar modo sull'impatto che esse potrebbero avere nel settore lavorativo. 

Tutti abbiamo sognato, almeno una volta, come sarebbe la nostra vita se per qualche misteriosa congiunzione astrale o qualche magico colpo di fortuna, non dovessimo più andare a lavorare.
Ad esempio, se ci svegliassimo una mattina scoprendo di aver vinto il superenalotto, la nostra quotidianità cambierebbe radicalmente: potremmo comprare tutto ciò che abbiamo sempre desiderato, visitare posti esotici e lontani, comprare una squadra di calcio, ma cosa più importante ancora, non saremmo più obbligati ad andare a lavorare.
Ed è proprio qui che ha inizio la mia riflessione.
L'aspetto più straordinario e gratificante nel non dover più lavorare è sicuramente la libertà che tutto ciò comporterebbe: fare esattamente cosa si vuole, quando lo si vuole e nel modo che più ci aggrada.
Insomma, sarebbe la vita perfetta.

Ma provate ad immaginare a come cambierebbero le cose se questa libertà fosse estesa a tutti.

Non sarebbe la stessa cosa, non è vero? Sarebbe come vivere sempre in una spiaggia della Liguria a Ferragosto: circondati da centinaia di altre persone che come te sono in vacanza, libere e che fanno le tue stesse identiche cose.
Tutto ciò però è impossibile: non è possibile che tutti gli abitanti della Terra siano contemporaneamente liberi dalle catene degli orari lavorativi...
...O no?

In realtà, tutto ciò potrebbe avverarsi in un futuro molto più prossimo a noi di quanto potrebbe sembrare.

Perchè?  
Un giorno probabilmente non molto lontano, le macchine saranno in grado di svolgere tutti i compiti oggigiorno assegnati all’uomo, in minor tempo e con un margine di errore enormemente minore.
A quel punto l’idea di un mondo senza più lavoro potrebbe concretizzarsi.
E potrebbe non essere una prospettiva tutta rose e fiori come spesso ce la immaginiamo.
Per capirlo basta osservare la situazione odierna: la rivoluzione digitale e la globalizzazione hanno permesso di diminuire fortemente la manodopera e di moltiplicare i risultati. Attraverso piccoli manipoli di lavoratori con più ampie conoscenze e abilità rispetto alla media e il supporto di macchinari che appena cinquanta anni fa sarebbero stati tranquillamente catalogati alla voce “fantascienza” , si riescono a svolgere compiti che in passato avrebbero richiesto stuoli di persone.

Tutto ciò è fantastico e terribile allo stesso tempo.
Fantastico perché riusciamo a raggiungere obiettivi che poco tempo fa sarebbe stato difficile anche solo pensare, ma terribile perchè le vette della disoccupazione sono le più alte toccate nella storia dell’uomo (proporzionalmente parlando).
Provate a pensare cosa succederebbe se le macchine dovessero prendere il posto della manodopera: si potrebbe generare un vuoto lavorativo incolmabile che le economie difficilmente riuscirebbero a digerire. Senza contare il fatto che l’uomo potrebbe ritrovarsi a dipendere dalle macchine.
Il compito più gravoso che si pone innanzi ad una rivoluzione economica, digitale e tecnologica è sicuramente quello di riuscire a riplasmare la società, migliorandola. In questo stiamo fallendo, in parte.
“Controllare qualcosa vuol dire avere la capacità di spegnerla, di finirla, di interromperla. Se non ne hai la forza allora non sei tu a comandare” [Matrix]

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