5/08/2017

Questione di genere

Il tema dell'identità di genere, il cosiddetto gender, è una tematica tanto importante quanto controversa, uno dei tanti concetti che vengono spesso semplificati e di cui si fa fatica a parlare, quasi fosse una specie di tabù.
Molte persone lo associano automaticamente all'ambito dei "trans" o a quello del cambio di sesso: pur includendo queste due tematiche, la parola gender racchiude molte altre sfaccettature che spesso vengono tralasciate.
Quali?







Maschio, femmina, trans. Generalmente si viene socialmente classificati secondo questo criterio, il quale tiene conto unicamente del sesso biologico della persona: se non sei maschio, sei femmina, in alternativa potresti essere nato maschio e successivamente aver cambiato sesso o viceversa. Fine.
In realtà, esistono molte altre identità di genere (più di 50), molte delle quali poco conosciute e che si differenziano tra di loro per una serie di sottigliezze. Ecco le principali:
  •  Cisgender: individuo il cui genere corrisponde con quello assegnatogli alla nascita.

  • Androgino: individuo che presenta una combinazione di tratti maschili e femminili.


  • Genderfluid: individuo la cui identità oscilla tra maschile o femminile o si colloca tra i due.


  • Transessuale: usato come definizione sommaria dell’identità del singolo che in passato si è sottoposto ad un intervento per il cambio permanente di sesso. È da preferirsi il termine “transgender”, il quale indica una persona la cui identità di genere non corrisponde a quella assegnata alla nascita.


Il sesso viene registrato subito dopo la nascita: questo è tuttavia un atto indicativo, che serve a classificare più che a determinare. Esistono infatti una serie di fattori che possono fungere da indicatori per la determinazione del gender definitivo e che si manifesteranno solamente con l’affermarsi della personalità del’individuo.

  • Espressione di genere: il modo in cui una persona esplicita agli altri il proprio genere (abbigliamento, acconciatura, l’inflessione della voce, il linguaggio corporeo…) ed è suddivisa in femminile, androgino, maschile.  Può variare a seconda delle culture. Non corrisponde necessariamente all’identità di genere.


  • Identità di genere: frutto di una consapevolezza interiore e radicata del genere in cui una persona si identifica. Di solito, entro i tre anni si ha già un senso della propria identità(maschio, femmina, non binario, agender).


  • Marcatore di genere: la classificazione che appare sui documenti ufficiali. Per gli individui transgender è il sesso di nascita, a meno che venga cambiato legalmente.


  • Orientamento sessuale: la preferenza sessuale di un individuo. Siccome riguarda l’attrazione verso gli altri, non va confusa con l’identità di genere che è invece il senso di sé.


  • Sesso biologico: la determinazione del sesso si basa sulla presenza di gonadi, ormoni, genitali e cromosomi. Gran parte degli individui è maschio (cromosomi XY, testicoli, genitali maschili, caratteristiche sessuali secondarie maschili) o femmina (cromosomi XX, ovaie, genitali femminili, caratteristiche sessuali secondarie femminili), ma uno su 100 può essere intersessuale (combinazione dei cromosomi, tessuti genitali e caratteristiche maschili e femminili).                                                                                                                                 Una particolare forma di intersessualità si riscontra in una regione della Repubblica Dominicana dove può accadere che, durante la gestazione, un enzima degli embrioni maschili trasformi il testosterone nell’ormone DHT. Questo particolare ormone altera la conformazione dei genitali del nascituro che, dopo il parto, sembreranno femminili (in realtà il pene è presente fin dalla nascita, il DHT modifica solamente l’aspetto esteriore dell’organo). Solamente durante la pubertà, con la liberazione di una grande quantità di testosterone, vengono innescati una serie di cambiamenti nell’individuo che porterà allo sviluppo dei caratteri sessuali secondari maschili e del pene.


Quando si parla di genderismo si tende a cadere in due tranelli, se così li si può definire.
Il primo di essi consiste nel ritenere che tutto il discorso legato all'identità di genere sia una diretta conseguenza della globalizzazione, della venuta a contatto di molte culture e stili di vita differenti: ciò avrebbe portato ad una “confusione mentale” dell’individuo che non riesce più a riconoscersi nel binarismo perfetto dei due ruoli tradizionali.
Ora, che la “teoria” del gender sia recente è innegabile, ha cominciato a diffondersi circa trent’anni fa, ma non si può in alcun modo affermare che il rifiuto del binarismo lo sia a sua volta. Da sempre sono esistite persone classificate dalla società come “diverse”: omosessuali, bisessuali, transgender, queer, molte delle quali hanno vissuto un’esistenza da “normali”, nascondendo la propria identità a causa dell’odio radicato che si aveva per essi. Ora che si ha la possibilità di esprimersi liberamente, è normale che tutto ciò venga espresso più frequentemente. 

Un altro errore che spesso si commette è considerare la non identificazione, parziale o totale, di un individuo con il suo sesso biologico come un fenomeno che può riguardare solo persone adulte o al più adolescenti. Niente di più sbagliato.
Nonostante i bambini vadano incontro ad una fase, del tutto normale e studiata a fondo anche da Freud, durante la quale tendono ad assumere atteggiamenti propri del sesso opposto, non mancano quelli che nonostante l’età non si riconosco nel ruolo distinto di “maschio” o “femmina”. Si sono già verificati casi di cambio di sesso nei bambini.
Altre volte invece, nei casi meno definiti, come i genderfluid, si può decidere di somministrare degli inibitori ipotalamici che blocchino la produzione degli ormoni e di conseguenza la pubertà, lasciando il tempo di maturare la decisione riguardo la transizione verso il sesso a cui si sente di appartenere.

Nonostante più di un terzo dei paesi mondiali consentano il cambio di sesso, non è raro assistere ad episodi di discriminazione, isolamento e violenza nei confronti delle persone alla ricerca di una propria identità di genere. 
Ciò è probabilmente causato dalla rapida ascesa e diffusione che l'ideologia gender ha avuto negli ultimi anni: da sempre la gente fa fatica ad accettare cambiamenti così profondi ed inaspettati in maniera immediata.
Si sbaglia se si considera il genderismo come una sorta di ribellione da parte delle nuove generazioni agli schemi sociali.
Dietro una persona che esprime la sua sessualità in maniera diversa, non c'è la volontà di mettersi al centro dell'attenzione, di prevaricare sugli altri, ma soltanto il desiderio di stare bene con sé stessi e con il mondo, di sentirsi accettati e di vivere un'esistenza normale come tutti.
Non c'è nulla di sbagliato nel voler raggiungere la felicità.
"Possibile che ancora oggi una gonna su un bambino maschio faccia così paura? Le bambine sono giustamente libere di esplorare il genere maschile, di indossare pantaloni, costumi di spider e fare skate: questo le arricchisce e le fa crescere più forti e consapevoli. Diamo anche ai maschi questa possibilità. Bisogna capire che la normalità non esiste e che la diversità, intesa come varietà, è la vera ricchezza del genere umano" [Camilla, madre di un bambino genderfluid]

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