2/28/2017

The causality melody

Scrivo questa lettera a... a nessuno, eppure la scriverò tutta alla seconda persona plurale, come se mi stessi riferendo a un pubblico ampio, come se fosse una conferenza, ma nessuno leggerà mai queste parole; come posso esserne così sicuro? Per lo stesso motivo per cui ora sto ascoltando in loop -the Causality melody- di gmtn., un autore del XI secolo pressoché sconosciuto. Permettemi di raccontare una storia, una storia vera, per definizione.

 

Nel XX secolo Stephen Hawking e altri scienziati, dopo aver creduto per una vita intera all'esistenza di una Teoria del Tutto (che da ora in poi chiameremo TOE) deterministica e completa, venuti a conoscenza del Teorema di Gödel che, per abbreviare, diremo affermi l'esistenza di verità matematiche non dimostrabili, si sono convinti che una tale teoria fisica non fosse possibile per via dell'incompletezza degli strumenti matematici che la fisica sfrutta. Cani! Quanto si sbagliavano. E quanto si sbagliavano anche le centinaia e centinaia di filosofi del libero arbitrio, di religiosi con le loro teorie strane e i loro sistemi frustranti non-deterministici; diventerebbero certamente pazzi se scoprissero la verità.

Non ci avete capito nulla, vero?

Vedete, sono un genio, non un genio come tutti gli altri, sono il milgiore di tutti e su questo, come su ogni altra cosa, non ci sono dubbi. Mi interessavo da tempo di matematica quando a diciassette anni, nel 2896, mi rinchiusi in casa per un mese intero abbandonando la scuola ed ogni altra cosa; sentivo che potevo fare grandi cose e così feci: a quel tempo erano rimasti irrisolti soltanto tre dei sette Problemi per il Millennio, mi ricordo che pensai dovessero essere davvero difficili se dal 2000 solo quattro avevano avuto soluzione. Ne scelsi uno e mi ci dedicai con tutto me stesso: il Problema delle classi P e NP crollò in quel mese per mano mia, non fù certo un'impresa semplice, ma gli strumenti c'erano e si trattava solo di usarli nel modo corretto: in fin dei conti i computer quantistici erano poco più che prototipi nel 2000. Abbandonai la scuola e nei due anni successivi risolsi anche i restanti due problemi: la congettura di Birch e Swinnerton-Dyer e il tormento di ogni matematico dal 1859 a quel giorno: l'Ipotesi di Riemann; per riuscire in questi due problemi dovetti sviluppare nuove tecniche e strumenti talmente complessi che questi non sono ancora ben accetti (e non lo saranno mai) dalla comunità scientifica e, quelle poche volte che vengono presi in considerazione vengono usati con eccessivo scetticismo. Poco mi importava che le mie dimostrazioni non venissero accettate, se il mio prossimo progetto fosse riuscito, e sapevo di potercela fare, tutti avrebbero dovuto ammetterle. Mi ritrovai in quel tempo a pensare alla TOE e, diamine, se davvero esisteva io ero la persona giusta per trovarla: un procedimento matematico che date le condizioni iniziali dell'universo in un istante possa determinare le condizioni dell'universo in un istante a piacere; questa era l'idea che volevo seguire e così feci. Vent'anni. Ci ho messo vent'anni, ma alla fine ce l'ho fatta! Certo, il lavoro è stato estenuante, non so come ho fatto a non morire lavorando continuamente per vent'anni, fermandomi solo per mangiare e cagare (all'urina addosso ci si fa presto abitudine) e spesso facendo abuso di droghe pesanti, anzi, lo so bene. Per assurdo la parte più complessa non è stata trovare il procedimento, ma determinare le condizioni iniziali dell'universo: insomma, le regole che muovono gli elementi atomici del mondo fisico sono osservabili ancora oggi, mentre le condizioni iniziali... dodici anni. Ho passato dodici anni a determinare le condizioni iniziali dell'universo, procedevo così: ipotizzavo quale poteva essere la situazione iniziale dell'universo e la inserivo nel computer (sorvolerei sui dettagli tecnici per non annoiarvi), poi con quei dati cercavo di predirre esattamente la posizione che la matita sulla mia scrivania avrebbe assunto cinque minuti dopo la computazione; i tentativi sono stati parecchi, non li contai allora, ma ora so che sono stati più di diecimila: in dodici anni il tempo non manca.

Ma alla fine l'avevo ottenuta la tanto bramata TEO; era possibile controllare di tutto tramite la TEO, anche i comportamenti degli umani: potevo sapere se il mio vicino di casa avrebbe suonato il mio campanello per accoltellarmi di sorpresa il 14 Agosto 2963 con anni di anticipo, ma non avrei potuto farci nulla: la TEO era esatta al 100%, le configurazioni degli atomi che la TEO restituisce per un determinato istante di tempo si presentano sempre esattamente. La sensazione che si prova quando scopri che tra due minuti sbatterai contro la porta uscendo dalla stanza è difficile da spiegare: si pensa subito che non succederà mai, perché ora che si sa che si andrà a sbattere contro la porta, mi terrò bene alla larga dal muovermi, ma si finisce sempre come la TEO vuole. Probabilmente anche i nostri pensieri sono previsti dalla TEO, ma nessuno sarà mai in grado di estrapolarli: questo punto necessita di una spiegazione più attenta; la TEO restituisce una conformazione di elementi atomici dell'universo in un istante di tempo che tocca all'operatore (me) elaborare. La TEO può dirmi che tra cinque minuti X elementi atomici si troveranno in questa posizione, che N si muoveranno in questo modo; ma sta a me capire cosa quei movimenti rappresentano: se lo spostamento di una persona o il crollo di una trave; la cosa ironica è che anche questo processo di interpretazione che l'operatore fa può essere predetto dalla TEO. Per tornare al discorso di prima: posso capire senza alcun problema quanti centilitri di saliva il presidente degli Stati Uniti d'America ha ingoiato questa notte perché posso interpretare il movimento di certi elementi atomici e identificarli con le gocce di saliva come per esempio associo a una sequenza di lettere un significato, ma non sono ancora riuscito a trovare quale conformazione degli elementi atomici corrisponda a un pensiero: mi trovo come davanti ad un alfabeto che non sono ancora riuscito a decifrare, e mai ci riuscirò, l'ho controllato con la TEO.

Grazie all'enorme potere computazionale di cui dispongo e di alcuni algoritmi per ricercare specifiche conformazioni di elementi atomici ho controllato con la TEO parecchie cose: ad esempio non dirò mai a nessuno di averla scoperta o come utilizzarla e nessuno prima che l'umanità si estingua (per un esperimento su di un virus andato male) la riscoprirà. Quando prima ho detto di essere un genio assouto, il migliore tra tutti, non mentivo, non potevo mentire perché so che non nascerà nessuno più geniale di me grazie alla TEO. Quando ho scritto che i metodi che ho utilizzato per provare l'Ipotesi di Riemann e la congettura di Birch e Swinnerton-Dyer non saranno mai accettati sapevo bene cosa stavo scrivendo, così come quando ho scritto le prime righe di questa lettera a nessuno. Sapevo che avrei scritto a un ipotetico pubblico, sapevo che nessuno avrebbe mai letto questa lettera tranne che me, quando la rileggerò tra pochi istanti prima di accartocciarla, pronunciare "foglio malscritto, ma così deve andare", ingoiarla e morire così soffocato, sapevo, grazie alla TEO, che avrei ascoltato in loop -the causality melody- di gmtn., un autore del XI secolo pressoché sconosciuto e che nell'istante in cui la penna sarà staccata dal foglio sul lettore mp3, sotto la barra di avanzamento della musica, si potrà leggere 1:35.

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