3/01/2017

L'ultimo desiderio

Fabo prima e dopo l'incidente
Credo che tutti siano a conoscenza del caso di dj Fabo (Fabiano Antoniani), il quarantenne che dopo un gravissimo incidente automobilistico che gli ha causato cecità e tetraplegia permanente, il 27 febbraio alle ore 11:40 è morto in Svizzera con suicidio assistito, accompagnato da Marco Cappato dell'associazione Luca Coscioni. Questo fatto ha creato molto scalpore in Italia, dividendo il Paese in chi ha visto questo gesto come un “atto d'amore” e chi come un crimine.
Prima di giudicare è però necessario chiarire alcuni concetti.




Che cosa è dunque l'eutanasia?
Innanzitutto analizziamo l'etimologia della parola. Essa deriva dal greco eu (bene) thanatos (morte), ovvero morte buona. Si indica infatti con eutanasia la morte volontaria di malati terminali o cronici in presenza di un'assistenza medica.

È legale in Italia?
No, l'eutanasia non è legale in Italia. Essa è assimilabile all'omicidio volontario (art. 575 codice penale) che prevede come pena una  reclusione non inferiore ai ventuno anni se l'individuo non consenziente, dai sei ai quindici anni in caso contrario.

Ci sono tuttavia alcune associazioni, tra le quali Associazione radicale Luca Coscioni e Liberauscita, che si stanno impegnando sulla legalizzazione e depenalizzazione dell'eutanasia.
Inoltre sono state proposte in Parlamento sei leggi sull'eutanasia, ferme da un anno.

In quali paesi europei è legale?
Il primo paese a legalizzare l'eutanasia è stata l'Olanda nel 2000. Seguono il Lussemburgo, il Belgio, la Svizzera (suicidio assistito).

Qual è l'opinione della chiesa cattolica cristiana?
Secondo la Chiesa cattolica la vita è stata donata da Dio e solo lui può disporne, dunque l'eutanasia è vista come un omicidio.

Dopo questo breve spiegazione è giunto il momento di commentare il gesto compiuto da dj Fabo ( ricorrere all'eutanasia ) e di Marco Cappato ( colui che è condannato di istigazione all'omicidio volontario).
Io non credo che, come pensano alcuni, dj Fabo sia un codardo o un irrispettoso della vita, bensì un uomo coraggioso e degno di essere ricordato per sempre. Credo che nessuno, eccetto coloro che da una situazione di normalità si sono trovati a vivere in condizioni simili alle sue, possa veramente capire ciò che ha dovuto sopportare e che lo ha portato ad una scelta così coraggiosa.

“Non riesco a fare a meno degli amici per esserne al centro trascinandoli con me. Generoso forse un po’ insicuro quando si tratta di scelte importanti da fare da solo. Vittima spesso della mia stessa vivacità, facilmente mi annoio, pronto a gettarmi per primo nelle situazioni più disparate. Un trascinatore. Incapace di sopportare il dolore sia fisico che mentale. Preferisco stare solo ora che non poter vivere come prima. Vivo oggi a casa di mia madre a Milano con una persona che ci aiuta e la mia fidanzata che passa più tempo possibile con me. Mi portano fuori ma spesso non ne ho voglia. Le mie giornate sono intrise di sofferenza e disperazione non trovando più il senso della mia vita ora. Fermamente deciso trovo più dignitoso e coerente, per la persona che sono, terminare questa mia agonia”. (dj Fabo)

Marco Cappato subito dopo
l'autodenuncia
Inoltre non credo, come afferma il Vaticano, che si tratti di una sconfitta per la società. È vero che la vita è un dono, forse il più grande dono che ogni uomo possiede, ma come ogni regalo è l'individuo stesso che può decidere come usarlo. Per questo credo che l'eutanasia debba essere legalizzata, certamente con apposite norme che la permettano solo in caso di condizioni gravissime e inguaribili e causa di agonie e dolori atroci. Infine spero vivamente che Marco Cappato venga assolto, in quanto il suo non si può considerare un crimine, in quanto egli ha semplicemente esaudito l'ultimo desiderio dell'amico Fabo.




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