Fabo prima e dopo l'incidente |
Credo che tutti siano a conoscenza del caso di dj Fabo
(Fabiano Antoniani), il quarantenne che dopo un gravissimo incidente
automobilistico che gli ha causato cecità e tetraplegia permanente, il 27
febbraio alle ore 11:40 è morto in Svizzera con suicidio assistito,
accompagnato da Marco Cappato dell'associazione Luca Coscioni. Questo
fatto ha creato molto scalpore in Italia, dividendo il Paese in chi ha visto
questo gesto come un “atto d'amore” e chi come un crimine.
Prima di giudicare è però necessario chiarire alcuni
concetti.
Che cosa è dunque l'eutanasia?
Innanzitutto
analizziamo l'etimologia della parola. Essa deriva dal greco eu (bene) thanatos
(morte), ovvero morte buona. Si indica infatti con eutanasia la morte
volontaria di malati terminali o cronici in presenza di un'assistenza medica.
È legale in Italia?
No, l'eutanasia non è legale in Italia. Essa è assimilabile
all'omicidio volontario (art. 575 codice penale) che prevede come pena una reclusione non inferiore ai ventuno anni se
l'individuo non consenziente, dai sei ai quindici anni in caso contrario.
Ci sono tuttavia alcune associazioni, tra le quali Associazione
radicale Luca Coscioni e Liberauscita, che si stanno impegnando
sulla legalizzazione e depenalizzazione dell'eutanasia.
Inoltre sono state proposte in Parlamento sei leggi
sull'eutanasia, ferme da un anno.
In quali paesi europei è legale?
Il primo paese a legalizzare l'eutanasia è stata l'Olanda
nel 2000. Seguono il Lussemburgo, il Belgio, la Svizzera (suicidio assistito).
Qual è l'opinione della chiesa cattolica
cristiana?
Secondo la Chiesa cattolica la vita è
stata donata da Dio e solo lui può disporne, dunque l'eutanasia è vista come un
omicidio.
Dopo questo breve spiegazione è giunto
il momento di commentare il gesto compiuto da dj Fabo ( ricorrere all'eutanasia
) e di Marco Cappato ( colui che è condannato di istigazione all'omicidio
volontario).
Io non credo che, come pensano alcuni,
dj Fabo sia un codardo o un irrispettoso della vita, bensì un uomo coraggioso e
degno di essere ricordato per sempre. Credo che nessuno, eccetto coloro che da
una situazione di normalità si sono trovati a vivere in condizioni simili alle
sue, possa veramente capire ciò che ha dovuto sopportare e che lo ha portato ad
una scelta così coraggiosa.
“Non riesco a fare a meno degli amici per
esserne al centro trascinandoli con me. Generoso forse un po’ insicuro quando
si tratta di scelte importanti da fare da solo. Vittima spesso della mia stessa
vivacità, facilmente mi annoio, pronto a gettarmi per primo nelle situazioni
più disparate. Un trascinatore. Incapace di sopportare il dolore sia fisico che
mentale. Preferisco stare solo ora che non poter vivere come prima. Vivo oggi a
casa di mia madre a Milano con una persona che ci aiuta e la mia fidanzata che
passa più tempo possibile con me. Mi portano fuori ma spesso non ne ho voglia.
Le mie giornate sono intrise di sofferenza e disperazione non trovando più il
senso della mia vita ora. Fermamente deciso trovo più dignitoso e coerente, per
la persona che sono, terminare questa mia agonia”. (dj Fabo)
Marco Cappato subito dopo l'autodenuncia |
Inoltre non credo, come afferma il Vaticano,
che si tratti di una sconfitta per la società. È vero che la vita è un dono,
forse il più grande dono che ogni uomo possiede, ma come ogni regalo è
l'individuo stesso che può decidere come usarlo. Per questo credo che
l'eutanasia debba essere legalizzata, certamente con apposite norme che la
permettano solo in caso di condizioni gravissime e inguaribili e causa di
agonie e dolori atroci. Infine spero vivamente che Marco Cappato venga assolto,
in quanto il suo non si può considerare un crimine, in quanto egli ha
semplicemente esaudito l'ultimo desiderio dell'amico Fabo.
Bell'articolo��
RispondiEliminaGrazie mille! ;)
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